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Tumore prostata

Ganitumab con Exemestano o Fulvestrant per le donne in postmenopausa con carcinoma mammario avanzato positivo per il recettore ormonale


I fattori di crescita insulino-simili ( IGF-1 e IGF-2 ) si legano al recettore di IGF-1 ( IGF-1R ), aumentando proliferazione e sopravvivenza cellulare.

Ganitumab è un anticorpo monoclonale IgG1 che blocca IGF-1R.

Sono state valutate efficacia e sicurezza dell’aggiunta di Ganitumab al trattamento endocrino per pazienti con carcinoma alla mammella positivo per il recettore ormonale ( HR+ ).

Lo studio di fase 2 ha coinvolto donne in postmenopausa con tumore alla mammella localmente avanzato o metastatico positivo per il recettore ormonale e precedentemente sottoposte a trattamento endocrino.

Le pazienti sono state assegnate in maniera casuale e in un rapporto 2:1 a ricevere Ganitumab per via intravenosa alla dose di 12 mg per kg di peso corporeo oppure placebo in combinazione con somministrazione in aperto di Fulvestrant ( Faslodex ) per via intramuscolare ( 500 mg al giorno 1, poi 250 mg nei giorni 15, 29 e ogni 28 giorni ) o Exemestano ( Aromasin ) per via orale ( 25 mg una volta al giorno ) in un ciclo di 28 giorni.

La risposta è stata valutata ogni 8 settimane.

L’endpoint primario era la sopravvivenza mediana libera da progressione ( PFS ) nella popolazione per intention-to-treat e la sopravvivenza generale ( OS ) è stata valutata come uno degli endpoint secondari.

Sono state valutate 189 pazienti e 156 sono state arruolate ( 106 nel gruppo Ganitumab e 50 in quello placebo ).

La sopravvivenza mediana libera da progressione non ha mostrato differenze significative tra i gruppi Ganitumab e placebo ( 3.9 mesi vs 5.7 mesi; hazard ratio [ HR ] 1.17; p=0.44 ).

Tuttavia, la sopravvivenza generale è risultata peggiore nel gruppo Ganitumab che in quello placebo ( hazard ratio, HR=1.78; p=0.025 ).

Con l’eccezione dell’iperglicemia, gli eventi avversi sono risultati in genere simili tra i gruppi.
L’evento avverso più comune di grado uguale o superiore a 3 è stata la neutropenia, riportata da 6 delle 106 ( 6% ) pazienti nel gruppo Ganitumab e da 1 delle 49 ( 2% ) nel gruppo placebo.
L’iperglicemia è stata riportata da 12 delle 106 ( 11% ) pazienti nel gruppo Ganitumab ( in 6 pazienti di grado 3 o 4 ) e nessuna delle 49 nel gruppo placebo.

Eventi avversi gravi sono stati riportati da 27 delle 106 ( 25% ) pazienti del gruppo Ganitumab e da 9 delle 49 ( 18% ) nel gruppo placebo.

In conclusione, l’aggiunta di Ganitumab al trattamento endocrino in donne con carcinoma alla mammella localmente avanzato o metastatico precedentemente sottoposte a terapia endocrina non ha migliorato gli esiti e tali risultati non supportano ulteriori studi su Ganitumab in questo sottogruppo di pazienti. ( Xagena2013 )

Robertson JF et al, Lancet Oncol 2013; 14: 228-235

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